“Pranzo di com-unità” è il nome dell’iniziativa che ha visto per la prima volta incontrarsi i beneficiari, le aziende e gli enti sostenitori del progetto Custodi del Bello, realizzato a Milano da Consorzio Farsi Prossimo.
L’evento si è svolto al Refettorio Ambrosiano della Caritas Ambrosiana, un luogo che sa unire bellezza e sociale, portando avanti l’idea che le cose belle e buone devono appartenere a tutti.
Grazie al sostegno del Comune di Milano e di sponsor privati, oggi sono state attivate 10 squadre dei Custodi del Bello, 7 sostenute da fondi privati e 3 dai PUC (i Progetti Utili alla Collettività) attivati dal Comune di Milano.
23 sono i luoghi curati da Custodi in tutta Milano: nei quartieri di Antegnati, Benedetto Marcello, Baggio, Calvairate, Console Marcello, Corvetto, Figino, Gabetti, Gola, Gorla, Isola, Lambrate-Ortica, Niguarda, Quarto Oggiaro, Rogoredo, Santa Giulia, Sammartini, San Siro, Sarpi-Cenisio, Solari-Dezza, Sordello, Tricolore e Varesina.
Dall’inizio del progetto sono 381 le persone coinvolte, che non solo prestano la loro opera per rendere Milano più bella e vivibile, ma hanno potuto iniziare anche un percorso di reinserimento lavorativo e sociale. Oltre il 36% dei partecipanti, infatti, al termine del percorso ha trovato un’occupazione, e per molti si tratta addirittura del primo lavoro. Un risultato straordinario sottolineato anche dall’Assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolè, intervenuto all’evento.
Oltre alla rappresentanza comunale, erano presenti tutti i referenti delle aziende e delle fondazioni sostenitrici dei Custodi del Bello Milano, tra cui Banca Intesa San Paolo, Fondazione Banca Popolare di Milano, Enel Cuore, Fondazione Peppino Vismara, Azimut, Algebris, Fondazione Cariplo, Redo Immobiliare, Dils, Real Step e Jakala. Realtà che credono nelle potenzialità del progetto e che hanno potuto sedersi a tavola con i Custodi “milanesi”, conoscere le loro storie in alcuni casi difficili e comprendere come il diventare Custodi del Bello ha dato una svolta alla loro vita.
Un racconto che i Custodi stessi hanno presentato attraverso alcune parole chiave: seconde possibilità, riconquistare, riscattare, recuperare, impegno, prendersi cura, rieducazione al lavoro, prendere coraggio, riscoprire la dignità, riscossa, riconoscenza.
Allo stesso tempo è stato chiesto a tutti i sostenitori e sponsor del progetto di descriverne il senso con delle parole chiave. Le parole scelte sono state Cura, Dignità, Legami di comunità, Integrazione, Bellezza, Costanza, Pazienza, Sfida, Realtà, Immaginarsi Comunità, Fare etica, Ottimismo Franchising del bene, Amicizia, Progetto del fare, Molteplicità di competenze. Parole che esprimono il forte impatto che stanno avendo su tutta la comunità i Custodi del Bello!
C’è chi dopo anni di dis
occupazione è tornato a sentirsi utile per la collettività.
Chi, da straniero, si è sentito emarginato e isolato, e che diventando Custode ha imparato l’italiano ed è stato accolto dalla comunità.
C’è anche chi da Custode è diventato Caposquadra, assunto dalle cooperative sociali di Consorzio Farsi Prossimo, e che oggi accoglie e guida gli altri nelle attività.
A riassumere il senso più profondo del progetto ha provveduto infine don Paolo Selmi, vicedirettore della Caritas Ambrosiana, che sostiene il progetto Custodi del Bello fin dalla sua nascita: «Il sogno comune che Dio ha riservato per tutti è che ogni donna e uomo valgono per quello che sono. Custodi del Bello mette in gioco quello che c’è di bello nelle persone: il coraggio, l’allegria, la voglia di sentirsi utili. E lo fa sottolineando il positivo, che c’è dentro e intorno a noi».
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